Rispetto al progetto iniziale, è in seguito cambiata l’infrastruttura tecnologica, in seguito individuata in WordPress, un CMS notoriamente di semplice utilizzo, in specie per motivi legati alla formazione docenti. Eppure, all’epoca fu necessario pensare a Drupal e ciò trova evidenza nel fatto che proprio a partire da Drupal, Joubel, una startup di Trømso che a fine 2012 ha iniziato a sviluppare il progetto H5P.
D’altra parte, non sono un programmatore e per fare tutto quel lavoro un programmatore neanche basterebbe. Ci vuole infatti una squadra: giovane e convinta, compatta ma soprattutto numerosa. Quanto a me, vengo da studi di filosofia e mi sono in seguito specializzato e addottorato in glottodidattica. Sicuramente, mi resta la soddisfazione di aver visto realizzare quanto avevo
Il progetto consiste nella creazione di una social community –o comunità di pratica– di docenti, appunto quelli che qui chiamiamo docenti-autori. Si tratta, in altri termini, di un un Social Learning Environment, cioè di un social network a carattere professionale con finalità educativa. La sua origine è un lavoro di tesi di specializzazione in didattica dell’italiano a stranieri dal titolo Progetto di una risorsa online finalizzata alla produzione e condivisione di materiali didattici per l’insegnamento dell’italiano, elaborata nel corso del 2010, poi scritta e discussa nel gennaio 2011.
Il nucleo fondante del lavoro era la costruzione di una risorsa online con cui realizzare materiali didattici, intorno alla quale mettere a punto le pagine comunitarie, ovvero i profili degli utenti e le pagine di interazione e condivisione (social). All’epoca, si prevedeva l’impiego di Drupal, un sistema per la gestione dei contenuti (CMS) che, si pensò, avrebbe consentito di progettare e realizzare learning objects, cioè unità di apprendimento digitali.
In altre parole, avevamo “sognato” una sorta di “Hot Potatoes online”, ovvero un software autoriale che fino a quel momento conoscevamo come installabile su computer e che ritenemmo, a fil di logica, realizzabile come servizio di rete (il cd. Software as a Service, SaaS), necessariamente open source. I “tipi di contenuto” (content type) di Drupal erano all’epoca l’opzione necessaria (e unica) per una tale realizzazione.
Il “sogno” era destinato a restar tale, vista la complessità e soprattutto l’onerosità dell’impresa. Tuttavia, la giustezza dell’idea seminale trovò in seguito evidenza, poiché proprio a partire da Drupal, Joubel, una startup di Trømso, tra il 2012 e il 2015 ha dato vita e reso fruibile online il software (SaaS) H5P.
Mutando le condizioni
basata sul software che poi altri hanno sviluppato e messo a disposizione di tutti, H5P. Attraverso questa risorsa, noi, docenti-autori, dovremmo essere in grado di costruire i nostri interventi, in aula o a distanza, con l’aiuto di questo supporto tecnologico. L’obiettivo ultimo, indispensabile ai fini della riuscita dell’iniziativa, è la costituzione di una social community, che operi al suo interno secondo le modalità di interazione tra pari tipiche delle comunità di pratica.
Il software, in sé, serviva a costruire quelli che all’epoca chiamavo, in effetti elemento centrale e in un certo senso motore di quel lavoro. Dopo qualche anno di studi e ricerche, prove ed errori, intuizioni e ripensamenti, prototipi e risorse “vere”, sono arrivato, anche e soprattutto grazie agli studenti che hanno collaborato alla creazione delle risorse che trovate in queste pagine e ai colleghi del Centro FAST dell’Università per Stranieri di Siena, tra i quali spicca in particolare Matteo La Grassa, alla definizione di un costrutto almeno in parte inedito, al quale ho dato il nome di unità didattica digitale.